Venerdì 12 Giugno ore 17.30 DIRETTA FACEBOOK @centroromanofotografia
Durante il webinar sarà presentata una parte del progetto a lungo termine di Riccardo Bononi in Madagascar, dove ha lavorato dal 2006 al 2018: dalla peculiare idea della morte del popolo malgascio, mai lugubre e antitetica rispetto a quella occidentale, fino alle recenti epidemie di peste bubbonica che hanno colpito il Paese, fino alla storia del villaggio interamente abitato da più di 300 esorcisti e dai loro “pazienti”, i posseduti, tenuti incatenati dentro a delle gabbie di ferro.
La presentazione delle immagini sarà funzionale alla discussione sui temi dello “slow photojournalism”; sull’importanza della partecipazione attiva sul campo, sull’approccio antropologico al reportage fotografico, nonché sulla diatriba etica sul ruolo del foto-giornalista in relazione alle possibilità di intervento sulla realtà osservata.
“La creatività è contagiosa. Trasmettila.” Albert Einstein
Riccardo Bononi. Laureato in due distinte branche delle scienze sociali (psicologia e antropologia), dal 2010 è ricercatore e docente di Antropologia Visuale presso Irfoss di Padova, dal 2015 entra a far parte dell’agenzia fotografica Prospekt Photographers.
Dal 2018 insegna presso il Master in Death Studies dell’Università degli Studi di Padova e dal 2019 direttore è artistico di IMP Festival – International Month of Photojournalism.
La scelta di associare la fotografia alla sua attività di ricerca sul campo lo ha portato a lavorare in Africa, Sud America, Sud Est asiatico, India, Europa e Stati Uniti.
Dal 2006 ha cominciato a lavorare come antropologo in Madagascar, dove sta ancora portando avanti un progetto a lungo termine su importanti tematiche sociali, raccolto nel libro di recente pubblicazione “Une belle vie, une belle mort”.
Le sue immagini sono state pubblicate su numerose testate nazionali ed internazionali ed esposte a Londra, Parigi, Berlino, Lodi, Pechino, Bologna, Ascoli, Bucarest, Roma.
Il suo lavoro sulla lucha librefemminile in Bolivia gli è valso il primo premio ed il titolo di “Miglior Fotografo dell’Anno” (categoria Professional, sport) ai World Photography Awards 2015, il suo lavoro in Madagascar è stato recentemente premiato con il “Premio Fotografia Etica” per l’impegno dimostrato sul campo al Festival Della Fotografia Etica di Lodi.
Nella sua visione, la fotografia documentaria è la base per un linguaggio universale, un ponte tra popoli e luoghi diversi capace di superare i confini invisibili tra culture.
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