L’occhio del fotografo. The Museum of Modern Art, New York

Il volume propone di studiare come appaiono le fotografie, e perché appaiano così; intende esaminare la tradizione e lo stile di questa arte, nonché le molteplici possibilità che si offrono al fotografo nel suo lavoro.

L’invenzione della fotografia ha portato una radicale innovazione nel processo della creazione di immagini, basato sulla selezione anziché sulla sintesi. Una differenza fondamentale.

I dipinti si creavano – si costruivano attingendo a un deposito di schemi, tecniche e impostazioni tradizionali ma le fotografie, per usare un’espressione comune, si scattavano.

La differenza sollevava un nuovo ordine di problemi creativi: in che modo questo procedimento meccanico e automatico poteva essere piegato a produrre immagini cariche di senso in termini umani, immagini dotate di limpidezza e coerenza e di un punto di vista? .

A quarant’anni dalla sua pubblicazione negli Stati Uniti, “L’occhio del fotografo” di John Szarkowski, opera di riferimento nella storia della fotografia, è ora disponibile al pubblico italiano.

Nato da una mostra del 1964 e pubblicato per la prima volta nel 1966, è una bella introduzione all’arte della fotografia. Riunisce opere di maestri acclamati e di fotografi sconosciuti, offrendo un compendio del linguaggio creativo e visivo e rivelando lo straordinario potenziale di questo mezzo.

Le immagini sono divise in cinque capitoli, ciascuno dei quali prende in esame una delle scelte che l’artista che lavora con l’apparecchio fotografico è costretto a operare: la cosa in sé, il particolare, l’inquadratura, il tempo, il punto di vista.

  • Copertina flessibile: 156 pagine
  • Editore: 5 Continents Editions (18 ottobre 2018)
  • Collana: 5 Continents Editions
  • Lingua: Italiano
  • Acquisto: https://amzn.to/3j8Vjlk

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